Buon inizio di settimana amici!
Oggi voglio raccontarvi di un viaggio che ho iniziato pochi
giorni fa e che durerà per un paio di mesi.
Purtroppo per il momento è solo "virtuale" (anche se alcuni
elementi "reali" non mancano), ma già dalla prima tappa mi sono resa conto che
potrà darmi grandi soddisfazioni.
E spero di poterle trasmettere anche a voi.
Sono partita alla scoperta dei vini francesi, un vero e
proprio tour a 360 gradi, guidata dall'enologo Luigi Bertini.
Ogni giovedì sera, per otto settimane, esploreremo un'area specifica e, ça
va sans dire, ne assaporeremo i preziosi nettari.
Giovedì scorso, la prima lezione: LA VALLE DEL RODANO.
Estesissima regione che, partendo da Lione, segue tutto il
fiume sino alla sua foce. Il territorio è più che mai eterogeneo: collinare e a
tratti impervio al nord, per lo più pianeggiante al sud. I terreni granitici e
sassosi a nord diventano argillosi e sabbiosi a sud.
Di conseguenza anche la composizione dei vini e le tecniche
di vinificazione cambiano radicalmente: una sola varietà di uva o al massimo
pochi tipi di uvaggio al nord, diverse varietà al centro-sud.
Al nord i rossi sono potenti e strutturati e a farla da
padrone è il vitigno Syrah, mentre per i bianchi il protagonista è il Viognier,
che dà origine a vini fini, longevi e strutturati.
Scendendo verso sud, il Syrah cede il passo ad altri due
vitigni, il Grenache e il Mourverdre, che insieme ad altri (in alcuni casi
addirittura sedici!) danno vita anche allo storico Chateauneuf-du-Pape.
E ora iniziamo le nostre degustazioni accompagnati dal vento
di Mistral, scendendo da Vienne verso il mare…
1) Côte Rôtie AOC: uno dei vigneti più antichi di Francia, un
prodotto di nicchia consumato quasi esclusivamente in loco. Rapidissimi
terrazzamenti di granito "arrostiti" dal sole danno vita a un vino da coup de
foudre. Il vitigno utilizzato almeno per l'80% è lo Syrah. Io l'ho degustato in
purezza, anno 2007, due anni in barriques di secondo e terzo passaggio. Tannino
perfetto, con note speziate non troppo intense, addolcite da sentori di
vaniglia e cardamomo. Il mio preferito, sans doute.
2) Condrieu AOC: scendiamo un pochino più a sud e scopriamo
l'unico bianco degustato durante la serata. Un'autentica rivelazione. 100%
Viognier con passaggio in legno. Aromi di frutta esotica, fiori e frutta
matura. Il suolo granitico gli conferisce straordinarie acidità e sapidità. Un vino
aromatico che vi stupirà, anche per la sua durata nel tempo.
3) Crozes-Hermitage AOC: ci spostiamo leggermente a sud-est.
Sempre Syrah in purezza, che in questo caso lascia più spazio alle spezie. Fatelo
riposare per alcuni minuti nel vostro bicchiere, ne varrà la pena. Il caffè e
il cacao vi rapiranno.
4) Côtes-du-Rhône AOC: i vini che presentano questa
denominazione coprono il 75% della produzione vinicola di tutta la Valle del
Rodano. Composti da un minimo di due vitigni sino ad arrivare anche a cinque o sei,
possono mostrarsi in svariate vesti… Io ne ho degustati due; il primo composto
da quattro varietà in percentuali non dichiarate (Syrah, Grenache, Mourvedre e Cinsault),
senza alcun passaggio in legno, era di un bel rosso rubino, con un intenso
profumo di fiori primaverili. Il secondo, 60% Syrah e 40% Grenache con un breve
affinamento in legno, molto meno ruffiano del precedente, ma più soddisfacente
al palato e nella persistenza.
5) Chateauneuf-du-Pape AOC: siamo ormai alle porte di
Avignone e incontriamo uno dei vini più celebri di questa valle. I vigneti
crescono su un deposito alluvionale, dove non vedrete prati ma solo sassi su
cui spiccano i tralci di vite. Sotto questa denominazione troverete svariate
tipologie; pensate che per regolamento si possono assemblare sino a quattordici
vitigni! Ogni bottiglia, una nuova sorpresa…
À bientôt!
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